Vaccini su misura || #IntesaScienceNews || Intesa Universitaria
Creare in tempi brevissimi vaccini “su misura” da usare contro focolai improvvisi di nuove malattie, oppure per implementare rapidamente quelli già esistenti, in risposta all’evoluzione degli agenti patogeni.
E’ questa la promessa della nuova piattaforma vaccinabile messa a punto da un gruppo di ricercatori del David H. Koch Institute del MIT e del Whitehead Institute for Biomedical Research, che hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista “PNAS- Proceedings of the National Academy of Sciences”.
La nuova tecnica prevede l’inserimento di filamenti di RNA messaggero che possono essere progettati per codificare per qualsiasi proteina virale, batterica o parassitaria. L’introduzione dell’RNA a livello cellulare induce le cellule a produrre molte copie della proteina codificata, provocando una reazione immunitaria più forte rispetto ai vaccini che forniscono direttamente la proteina.
Vaccini sperimentali testati su topi hanno protetto gli animali dal virus Ebola, da quello dell’aviaria e dalla toxoplasmosi.
L’idea di usare molecole di RNA messaggero per la realizzazione di vaccini risale a una trentina di anni fa, ma finora si era scontrata con la difficoltà di trovare un modo sicuro ed efficace per liberarle all’interno delle cellule. La nuova tecnica elaborata dai ricercatori prevede ora l’utilizzo di particolari nanoparticelle, i dendrimeri, che legano i filamenti di RNA formando dei complessi delle dimensioni di un virus. Ciò consente alle particelle di penetrare a livello cellulare sfruttando le stesse proteine di superficie usate dai virus. Una volta dentro la cellula, il dendrimero rilascia l’RNA.
L’impiego di filamenti di RNA piuttosto che di DNA sembra, inoltre, essere vantaggioso dal momento che, a differenza del DNA, l’RNA non può essere integrato nel genoma dell’ospite e causare mutazioni. Un ulteriore vantaggio di questi vaccini è quello di poter essere prodotti in tempi molto rapidi una volta che si disponga dell’RNA – o del DNA – di una proteina caratteristica dell’agente patogeno: “Questo approccio di nanoformulazione ci permette di fare vaccini contro le nuove malattie in soli sette giorni, consentendo la possibilità di trattare focolai improvvisi, o fare rapidi modifiche e miglioramenti”, dice Daniel Anderson, professore associato presso il dipartimento di Ingegneria Chimica del MIT. “In genere un vaccino diventa disponibile quando l’epidemia è già finita”, aggiunge Chahal. “Con questi vaccini si potrebbe invece intervenire già nel corso dell’epidemia”.
I ricercatori, che stanno testando sui topi possibili vaccini contro il virus Zika e la malattia di Lyme, stanno anche considerando la possibilità di adottare questa nuova tecnica per lo sviluppo di vaccini contro il cancro.
Fonte: lescienze.it
A cura di: Annabella Muratore