V-Day
Oggi, 27 Dicembre 2020, è senza dubbio un giorno di rilievo storico. In Italia, come in molti paesi europei, inizia la campagna vaccinale contro Sars-Cov-2.
Sono arrivate ieri allo Spallanzani le prime 9750 dosi, e smistate nei vari ospedali della penisola.
L’Aifa ricorda anzitutto che il vaccino è destinato a cittadini di età pari o superiore ai 16 anni. Il vaccino viene somministrato in un ciclo di due dosi: la prima al cosiddetto “giorno 0” con iniziezione intramuscolare da 0,3 millilitri (che contengono 30 microgrammi di vaccino a mRna contro Covid-19, incapsulato in nanoparticelle lipidiche); la seconda a distanza di almeno 21 giorni. I primi a vaccinarsi saranno i Sanitari impegnati in prima linea nella lotta il COVID.
Comirnaty, questo il nome del prodotto, lavora preparando il corpo a difendersi da Covid-19.
Si tratta del primo vaccino a mRNA, contenente le informazioni per la “fabbricazione” della proteina Spike presente sul pericapside del Sars-CoV-2, permettendo così al sistema immunitario di riconoscere questa proteina non-self e di attuare in maniera efficiente una risposta specifica.
“Emozionata e orgogliosa”. Sono le prime parole della professoressa Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell’Inmi Spallanzani, che insieme all’infermiera Claudia Alivernini e all’operatore socio-sanitario Omar Altobelli, alle 7,20 di questa mattina è stata tra i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 all’ospedale Spallanzani di Roma.
Un giorno, il 27 Dicembre, destinato a rimanere nella storia Italiana ed Europea.
Il giorno della speranza, la speranza che la fine di questo calvario sia vicina.
In questa primissima fase, in Sicilia, saranno complessivamente 685 le persone che verranno sottoposte a vaccino, dal 4 gennaio prossimo invece si procederà secondo quanto stabilito dal Piano nazionale che ha profilato il target.
Oggi dunque possiamo affermare come l’Italia ha fatto un passo avanti contro questo calvario, di come siamo sempre più vicini a quella tanto auspicata luce in fondo al tunnel, più vicini a quella normalità a cui non siamo più abituati, a quella routine alla quale abbiamo rinunciato, ma non invano. La speranza dunque che il nuovo anno sia migliore di quello passato resta viva in noi, già proiettati al ritorno di quel calore e di quell’affetto che ormai restano un vago ricordo.