mercoledì, Novembre 13, 2024
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Un team di Ricercatori sviluppa una metodica per ottenere farmaci cellulari nuovi e più efficienti per la cura di tumori legati ad infezioni virali || #IntesaScienceNews || Intesa Universitaria

Aviano – Aprile 2016, Riccardo Dolcetti guida un gruppo di Ricercatori del CRO (Centro di Riferimento Oncologico) aggiudicandosi la cattedra di Cancer Medicine della University of Queensland, a Brisbane.
Ritorna l’appuntamento bisettimanale con la nostra rubrica Intesa Science News. Oggi abbiamo scelto di parlavi di un’importante scoperta di rilevanza internazionale dovuta all’eccellente lavoro di Dolcetti e dei suoi collaboratori.

Il CRO di Aviano è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) che si caratterizza come centro di ricerca sanitaria di traslazione e ospedale di alta specializzazione con rilevanza nazionale. Il Direttore Scientifico di suddetto centro, Paolo De Paoli, sostiene che le terapie basate sull’uso di cellule si siano rivelate promettenti in campo oncologico: “oltre al trapianto delle staminali emopoietiche e all’utilizzo di cellule staminali di altra origine, le prospettive terapeutiche puntano decisamente anche sulla produzione di farmaci cellulari per eliminare il tumore”.

La metodica consiste nel prelevare cellule immunitarie dal paziente e manipolarle in vitro, addestrandole a riconoscere ed uccidere le cellule tumorali. Successivamente queste saranno re-infuse nel sangue dello stesso paziente.

“Una terapia dimostratasi particolarmente efficace per la cura di alcuni tumori causati da virus come linfomi, carcinomi del nasofaringe, carcinomi della cervice uterina, melanomi…ma potenzialmente applicabile con successo a qualsiasi forma di neoplasia”, sostiene Riccardo Dolcetti, Responsabile U.O. Bio-Immunoterapia dei Tumori Umani, illustrando il lavoro svolto insieme ai suoi preziosi collaboratori.

La strategia, come abbiamo letto sopra, prevede soltanto il semplice trattamento in vitro delle cellule immunitarie del paziente e non l’uso di ingegneria genetica, dando come risultato linfociti T potenzialmente in grado di riconoscere un buon numero di bersagli tumorali e uccidere le cellule maligne, con maggiore efficienza rispetto alle comuni preparazioni ottenute ed utilizzate fino ad ora.

La produzione di questi nuovi farmaci cellulari, però, necessita comunque di strutture autorizzate secondo le vigenti normative europee, le cosiddette cell-factories. Attualmente, infatti, al vaglio della Regione FVG c’è uno studio che consentirebbe di erogare prestazioni terapeutiche di elevato impatto ai pazienti oncologici e non.

Appuntamento al 9 Maggio, continuate a seguirci.

 

Fonte: lescienze.it

Articolo a cura di : Agnese Leonardi

 

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