lunedì, Dicembre 23, 2024
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Tumore polmone, rivoluzione per i tempi della diagnosi e per i costi: presto basterà un test del respiro.

Il progetto avanzato dell’Università del Colorado presentato al congresso Asco a Chicago. Si basa su un sensore bio-elettronico composto da nanoparticelle in grado di distinguere, nell’aria soffiata dentro un palloncino, le molecole caratteristiche delle neoplasia. Una rivoluzione per i tempi della diagnosi e per i costi.

   CHICAGO – Diagnosticare il cancro del polmone grazie a un “naso elettronico” che          annusa nel respiro del soggetto le molecole caratteristiche della neoplasia.

E’ la strategia diagnostica che stanno mettendo a punto i ricercatori dell’università del    Colorado e che hanno presentato al 50esimo congresso dell’Asco (American Society of  Clinical Oncology), in corso a Chicago.

I risultati ottenuti mostrano che l’analisi dei composti chimici nel respiro può non solo s coprire il tumore, distinguendolo da altre malattie polmonari come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, ma anche definire lo stadio della neoplasia.

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“Si potrebbe completamente rivoluzionare lo screening per il tumore del polmone. La prospettiva è mettere a punto uno strumento non invasivo, semplice rapido ed economico per identificare il cancro in fase precoce”, sottolinea Fred Hirsch, ricercatore e professore di Oncologia medica all’Università del Colorado. Un po’ come si fa per l’alcol test, bisogna soffiare in un palloncino, facendo passare l’aria su un sensore bio-elettronico composto da nanoparticelle ed estremamente sensibile: sono proprio le nanoparticelle a catturare e individuare i composti organici nell’aria espirata. Di recente è stato sviluppato anche un device Usb, che basta inserire in un computer per un test rapido.

“Il metabolismo dei pazienti con tumore al polmone – spiega ancora Hirsch – è diverso da quello delle persone sane: queste differenze possono caratterizzare il respiro, svelando lo stato di salute dei soggetti” analizzati.

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Le nuove linee guida Usa in materia ribadiscono l’importanza degli screening per il tumore del polmone, mostrando che una diagnosi precoce con la Tac può ridurre la mortalità del 20%. C’è però anche il rischio di un aumento di “falsi positivi”, cioè di scoprire noduli che poi all’intervento si rivelano benigni: “L’obiettivo è evitare questo rischio, utilizzando i biomarcatotori presenti nel respiro per distinguere i noduli maligni da quelli benigni evidenziati durante gli screening”, afferma il ricercatore.

Il test in sviluppo è frutto della collaborazione il Centro per il cancro dell’università del Colorado e i ricercatori della Technion University di Haifa, Israele, istituzione insignita del premio Nobel. Le potenzialità dell’apparecchio vanno oltre la diagnosi del tumore: secondo Hirsch, “si potrebbero misurare i cambiamenti dei livelli di volume di aria respirata nei pazienti per valutare la risposta alle terapie”. L’ateneo Usa ha infatti appena avviato uno studio con questo ulteriore obiettivo.

 

Fonte: LaRepubblica.it

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