Test di medicina, il premio Nobel Capecchi “sbugiarda” il Ministero
Test di Medicina, in sessantasei presentano ricorso al Tar. Secondo il Ministero il professore Mario Capecchi non sarebbe un chimico. Ma una giovane palermitana ha chiamato in causa lo studioso che in una mail le ha risposto: “Sì, lo sono”. Presentato ricorso al Tar per chiedere di essere ammessa al corso di studi.
Durante il test d’ingresso avrà pensato: “Ricordo bene io, il Ministero si è chiaramente sbagliato”. E a fugare ogni dubbio è intervenuto direttamente il premio Nobel Mario Capecchi, chiamato in causa dalle “crocette”. Un’aspirante studentessa di medicina palermitana di 19 anni ha presentato ricorso al Tar per la formulazione errata di una domanda nel quiz che si è svolto lo scorso 8 aprile. E proprio quella domanda le avrebbe pregiudicato la possibilità di diventare, quest’anno, una studentessa di medicina. Il quesito richiedeva di individuare l’abbinamento errato tra scienziati e campi scientifici di competenza. Secondo il Ministero il premio Nobel italoamericano per la medicina del 2007 Mario Capecchi non sarebbe un chimico, ma è stato lui stesso ad intervenire con una mail rispondendo alla giovane ricorrente: “Non è vero. Mi occupo di chimica, genetica e biologia molecolare. Mi considero un chimico”.
Mesi passati sui libri per presentarsi preparati al test d’ingresso per medicina. L’esercito di aspiranti dottori prende posto tra i banchi, con ansie e dilemmi dell’ultima ora ad accompagnarli fino al “giorno del giudizio”. Tante le loro incertezze, altrettanti gli errori considerati “grossolani” dai 66 giovani che hanno presentato ricorso al Tar. Alla domanda 27 si chiede: “Quale dei seguenti abbinamenti scienziato-campo scientifico non è corretto? A) Mario Capecchi-chimico; B) Enrico Fermi-fisica nucleare; C) Riccardo Giacconi-astronomia; D) Rita Levi-Montalcini-neurologia; E) Camillo Golgi-istologia”. Per il Ministero la risposta corretta sarebbe la A. Ma il premio Nobel italoamericano chiamato in causa, contattato tramite posta elettronica dalla ragazza, ha prontamente fornito un’interpretazione autentica in lingua inglese (che più autentica non si può) mettendo in dubbio la validità del quesito: “Cara ragazza, mi sono laureato in chimica e fisica. All’università ho conseguito il dottorato di ricerca in biofisica e biologia molecolare. Se mi considero un chimico? Si. Un biologo molecolare? Si. Nel mio lavoro mi occupo di tutt’e e tre e d’altro. Cordialmente, Mario Capecchi”. (In basso la mail originale)
A seguire la vicenda sono stati gli avvocati Francesco Leone, Francesco Stallone e Gabriele La Malfa Ribolla, in rappresentanza del gruppo di ricorrenti: “Nel caso in cui il questionario – spiega Leone – sia caratterizzato da errori, ambiguità, quesiti formulati in maniera contraddittoria o fuorviante, la selezione è inevitabilmente falsata e viziata. Gli studenti hanno diritto, come di fatto stiamo chiedendo, ad accedere al corso di studi in sovrannumero”. Già, perché quell’errore non sarebbe l’unico. Sono altre le domande finite sul banco dell’inquisizione: quella in cui, secondo il Ministero, l’ipofisi produrrebbe l’ormone ADH “quando in realtà si limita a rilasciarlo”, spiega l’avvocato, o ancora quella in cui si chiede in quali organuli della cellula avvenga la sintesi proteica. Stando sempre alle informazioni in possesso del Ministero, la risposta corretta era quella in cui si citano cloroplasti e mitocondri.
Ma anche qui ha qualcosa da ridire il legale che, dopo aver consultato alcuni esperti in materia, ha spiegato: “La risposta corretta era ‘nessuno’, poiché tale processo avviene nel citoplasma. Benché il cloroplasto ed il mitocondrio possano contenere ribosomi, è certamente sbagliato affermare – si legge fra le motivazioni del ricorso – che la sintesi proteica, solitamente, avvenga solo nel cloroplasto e nel mitocondrio”. Con questa tesi l’avvocato Leone ha chiesto al Tar di “ammettere in sovrannumero all’Ateneo indicato in domanda o, in subordine, al primo Ateneo utile in base all’ordine delle sedi prescelte. E’ possibile presentare i ricorsi – ricorda Leone – fino a metà luglio”.
Fonte: (Palermo Today)