martedì, Luglio 16, 2024
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Gli antibiotici possono stimolare la crescita dei batteri || IntesaScienceNews

La crescita dei batteri può essere stimolata dall’esposizione agli antibiotici:
è quanto ha concluso uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Ecology & Evolution” da Robert Beardmore e colleghi dell’Università di Exeter nel Regno Unito.

I ricercatori hanno studiato la specie Escherichia coli, un batterio che si presenta in molti ceppi diversi. Alcuni di essi sono comunemente presenti nell’intestino dei mammiferi come commensali, quindi non di per sé patogeni, ma anzi utili per i processi digestivi.
Altri ceppi possono invece manifestare patogenicità, e sono quindi causa di malattie, anche gravi, dell’intestino e di altri organi e apparati.

Gli studiosi hanno sottoposto il batterio a otto cicli di trattamento antibiotico per quattro giorni, verificando che a ogni ciclo il batterio aumentava la resistenza all’antibiotico stesso. A questo risultato, tutto sommato aspettato, se ne è aggiunto però un altro inatteso: dalla sperimentazione è infatti risultato che E.coli, sottoposto all’azione dell’antibiotico, era capace di crescere ancora più rapidamente, formando popolazioni fino a tre volte più ampie, a causa delle mutazioni.
In particolare, sono state costatate mutazioni stabili nei microrganismi sottoposti ad antibiotico anche dopo la cessazione terapeutica antibiotica.
Alcune di queste, già ben note, in quanto già emerse nella pratica clinica, riguardano la capacità del batterio di munirsi di più pompe attive che favoriscono l’efflusso di antibiotici fuori dalla cellula batterica.
Un’altra mutazione osservata, poi, comporta la perdita di tratti di DNA che comprendono materiale genetico virale.

“I batteri esposti a livelli di antibiotici simili a quelli usati nella pratica clinica sviluppano una resistenza, e la nostra ricerca indica che i batteri E. coli ne traggono un vantaggio evolutivo”, ha spiegato Beartmore. I batteri hanno la notevole abilità di riarrangiare il loro DNA e ciò può impedire ai farmaci di essere efficaci, spesso anche nel giro di qualche giorno.

“La nostra migliore ipotesi è che perdere il DNA virale impedisca a E. coli di distruggere se stesso: per questo vediamo la crescita di più cellule una volta che l’incremento delle pompe permette loro di resistere all’antibiotico”, ha aggiunto Carlos Reding, coautore dello studio. “Ciò crea una spinta evolutiva verso la mutazione in due specifiche regioni del genoma del batterio”.

Intesa Universitaria Farmacia & CTF

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