Farmacia, scoppia lo scandalo dei praticantati post-laurea. I giovani dottori denunciano: “Lavoriamo 12 ore gratis”
Laureati e sfruttati. E’ l’esercito degli schiavi del terzo millennio:i giovani farmacisti costretti a lavorare dodici ore al giorno per avere in cambio – al massimo – una bella pacca sulla spalla. La vita di tutti coloro che vogliono inseguire una flebile speranza di esercitare la professione è durissima. Una strada obbligata quella del praticantato post-laurea: la durata è di ventiquattro mesi. Un percorso tra speranze e mortificazioni per tentare di superare i concorsi pubblici che spalancano le porte alla guida di una farmacia. Ma lo svolgimento del percorso formativo è anche un requisito essenziale per chi vuole assumere la titolarità di una farmacia attraverso l’acquisto da un privato. Ovviamente se non se ne possiede una di famiglia. In Campania, come in altre Regioni d’Italia, la legge che disciplina il praticantato post laurea non impone alle farmacie la retribuzione, lasciando ampia discrezionalità. Un’ampia libertà di scelta che tradotta significa sfruttamento. “Un’ingiustizia per dei professionisti che come tali andrebbero retribuiti regolarmente” commenta a Retenews24 Carlo Santagada, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli. La farmacie accolgono ben volentieri giovani laureati ma solo in pochissimi casi scatta e per i più fortunati scatta la contrattualizzazione. “Le ore di lavoro dovrebbero essere concordati tra il tutor e il praticante – spiega a Retenews24, Annamaria laureata da quattro anni – ma di solito si lavora per l’intera giornata senza aver alcun compenso”. Rassegnata invece all’idea di non percepire un euro è Luigia che rivela un altro aspetto mortificante: “Siamo già fortunati se qualcuno ci insegna il mestiere, perché riscontriamo tanti ostacoli sul posto di lavoro e soprattutto atteggiamenti diffidenti dai più esperti”. Laurearsi in farmacia? Uno scandalo tutto campano, un business per pochi.
Fonte: retenews24.it