domenica, Dicembre 22, 2024
Curiosità

Caffè: i 9 geni che non ne potevano proprio farne a meno

Il caffè è roba da geni. Anche gli uomini più intelligenti, creativi e importanti della storia, infatti, proprio come noi, non potevano fare a meno di una tazza di caffè, al mattino per svegliarsi o al pomeriggio.

Secondo una ricerca pubblicata sull’HuffPost, infatti, personaggi della musica, della scienza, della letteratura e dell’arte che hanno cambiato la storia e la cultura dell’umanità erano caffeina dipendenti.

Johann Sebastian Bach secondo il quotidiano americano avrebbe addirittura scritto un testo nel quale racconta la sua sua ossessione per il caffè Il testo dice: “Se non riesco a bere la mia tazza di caffè tre volte al giorno, nel mio tormento, mi raggomitolo come un pezzo di arrosto”: Il compositore era infatti un vero e proprio maniaco di caffè tanto da aver composto un’opera chiamata “la cantata del caffè” nel 1732. Una cantata che prende in giro la popolazione viennese dell’epoca che si oppone alla diffusione della bibita ambrata. Allora, infatti, il caffè veniva considerato come pericoloso perché visto come un vizio.

Un altro guru della musica, Ludwig Van Beethoven andava matto per il caffè e, secondo gli studiosi nella sua biografia raccontava di prepararlo con esattamente 60 grani al giorno che ogni volta contava con cura e attenzione scrupolosa.

Benjamin Franklin quando viveva a Londra era molto spesso nei Caffè dove organizzava riunioni politiche, giocava a scacchi e ascoltava le conversazioni. Secondo alcuni testi avrebbe addirittura dato l’indirizzo del bar alla sorella per inviargli delle lettere.

Un altro grande genio ossessionato dal caffè era Voltaire che, secondo gli studiosi, ne beveva addirittura tra le 40 e le 50 tazze al giorno. “Se il caffè è un veleno, è un veleno molto lento” scriveva il filosofo. Il suo caffé non era però puro, ma mescolato con della cioccolata e quando compì 80 anni il suo medico gli disse che quella ossessione per la bibita ambrata lo avrebbe ucciso.

Søren Kierkegaard amava il caffè tremendamente zuccherato, con addirittura 30 zollette di zucchero.“Qualunque cosa accada, ho a cuore il caffè.” scriveva il filosofo che beveva più zucchero con caffè che non caffè con zucchero. Secondo gli studiosi questo aveva inoltre 50 tazze diverse e ogni giorno chiedeva alla sua segretaria di sceglierne una dando così una spiegazione filosofica a questa scelta.

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Mezzo litro di caffè al giorno era invece la quantità consumata da Teddy Roosevelt. Secondo suo figlio, infatti, il caffé era per il 26esimo Presidente degli Stati Uniticome “farsi il bagno”Nel suo caffé Roosevelt aggiungeva da cinque a sette zollette di zucchero.

Lyman Frank Baum beveva tra le 5 e le 7 tazze di caffè al giorno con all’interno un poco di panna e zucchero tanto che la bibita fosse talmente densa da non colare. Lo scrittore del Mago di Oz, infatti, lo beveva ogni mattina come un rito.

C’è poi chi il caffè lo amava al punto da creare una catena di locali, i Balzac’s Coffee Roasters. La poetessa canadese Margaret Atwood spiegava “Non do alcuna importanza alle tisane, mi rivolgo direttamente al vero, vile caffè“. La colazione della Atwood era composta da caffé con panna o latte e amava molto anche l’espresso.

Il regista David Lynch beve invece tra le 4 e le 7 tazze di caffè al giorno, molto zuccherate. “Anche un brutto caffè è meglio di nessun caffè“. Nei suoi film, infatti, la bibita ambrata è spesso protagonista e anche lui ha creato la sua marca di caffè.

Fonte: culture.you-ng.it

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