MEDICINA/ tra specializzazioni miraggio e concorsi pilotati
Nelle ultime settimane si è parlato tanto del disastro nel campo della formazione medica, ma oggi quel che fa ancora più male ai giovani allievi medici è la beffa della frode dentro il sistema universitario e di ricerca.
Cominciamo ad esporre i punti critici allo stato attuale:
Vi sono 10000 studenti immatricolati in Medicina e Chirurgia in Italia e solo poco più di 3000 di loro potranno formarsi e lavorare per il sistema sanitario nazionale, ma la cosa più grave non è questa, perché la realtà dei fatti coincide con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie che non possono essere adeguatamente curate per la mancanza di formazione per i motivi sopraelencati.
Il successo di alcuni movimenti professionali e studenteschi ha messo in luce tutti i loschi comportamenti istituzionali italiani:
“Bisogna trovare necessariamente e subito i fondi per far accedere alla specializzazione per i giovani medici e per gli studenti in medicina italiani, urgente e non solo per sostenere la formazione del prossimo futuro della salute e sanità del Paese ma, soprattutto, per garantire agli Italiani la possibilità di essere adeguatamente curati.
Riportiamo così, alcuni dei movimenti che manifestano dissenso verso il sistema che non garantisce la corretta crescita professionale del medico in Italia e che obbliga l’abbandono verso altre mete europee. Una delle proteste è stata lanciata sul web (www.medicisenzafuturo.it) dal Comitato Promotore dell’appello in difesa del futuro degli studenti ed aspiranti specializzandi in medicina.
L’iniziativa nasce da un gruppo di Studenti in Medicina uniti nel “Coordinamento Nazionale Studenti in Medicina per la Ri-FORMAzione” e da laureati in medicina di tutta Italia, organizzatisi nel “Comitato Aspiranti Specializzandi” , a cui hanno un contributo fondamentale alla nascita dell’iniziativa il “Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio” e l’“Associazione Italiana Giovani Medici – SIGM”.
Inoltre, l’“Associazione Italiana Giovani Medici – SIGM” ha nell’ultim’ora invitato tutti gli studenti e medici nella campagna di twit-mob usando l’hashtag #svolTIAMOlasanità sensibilizzando l’opinione pubblica ma soprattutto le istituzioni competenti.
Sensibili all’argomento sono stati anche i giovani medici di Torino, che con un triste video lanciano il messaggio ”L’Italia non ci vuole” , dove si vede un gruppo di medici neolaureati che butta a terra il proprio camice in senso di abbandono della possibilità di contribuire ad essere dei professionisti per la salute della nostra amara Italia, nonostante si siano spesi con sudore e con le difficoltà delle università italiane, quindi un investimento senza alcun rientro per la nostra nazione.
La petizione rivolta al Presidente della Repubblica, al Premier e ai Ministri di Università, Salute ed Economia e Finanze, chiede di reperire ed investire i fondi necessari a finanziare nel 2014 e negli anni accademici a seguire la formazione specialistica e di medicina generale di almeno 6.000 laureati in medicina per ogni anno accademico. Inoltre la richiesta è dotare il sistema di strumenti utili a programmare correttamente il fabbisogno di medici e professionisti sanitari, sia a livello centrale che periferico.
Il Ministro Giannini, in tutto ciò ha paralizzato le menti di migliaia di aspiranti medici parlando di nuovi metodi per l’accesso a Medicina scombussolando senza alcun criterio l’opinione pubblica e, soprattutto, senza pensare agli effetti disastrosi che questo causerebbe.
Infine, nota ancora più dolente, come all’inizio dell’articolo accennato, è che in Italia si parla di meritocrazia come strumento di selezione al primo anno di medicina e libero accesso a tutti, e nel frattempo tra Bari e Palermo riemergono brutti scheletri dagli armadi degli uffici, dove si decide dei concorsi per dottorandi, nel settore sanitario dove nel 2004 si è parlato di concorso “pilotato” a Medicina dove il pro-rettore e due docenti di Palermo sono implicati. La Procura di Palermo chiude le indagini sulle presunte manovre per “pilotare” il concorso per l’assegnazione di un posto di ricercatore al Policlinico.
Adesso rischiano il processo Giacomo De Leo, Mario Mariani e Alberto Balbarini.
Vi è così una richiesta di rinvio a giudizio per il pro-rettore dell’Università di Palermo e per due direttori di cattedra.
Gli indagati avrebbero così fatto sparire il foglio 127 del verbale, contenente il nome di Mariani, sostituendolo con un altro identico salvo nell’indicazione di Balbarini, innescando una catena di falsi culminata nella nomina della Novo che i magistrati definiscono “illegittima” perché falsa sarebbe anche l’attestazione dell’espletamento di “una regolare procedura di valutazione comparativa” che portò all’assegnaziobne dell’incarico nel 2005, ma nel fascicolo di indagini non si parla solo di questo.
Ai tempi, Cardinale, anche indagato, ma che nella sua persona vi è una archiviazione per mancanza di un quadro probatorio sufficiente, era preside di Medicina e De Leo, il suo vice che oggi ne ha preso il posto alla guida dell’Ateneo.
Nelle varie conversazioni fra De Leo e Novo, professore ordinario e al tempo direttore della scuola di specializzazione in Cardiologia dell’ateneo palermitano, si sarebbe attivato per fare vincere la figlia Giuseppina (che non è indagata),emergerebbe l’avvenuta commissione del falso e verrebbe pronunciata la frase “ora dobbiamo chiamare il preside”. Non si è mai saputo se la telefonata ci sia stata.